Auto e benzina e diesel: stop alla vendita entro il 2035

Lo scorso giugno il consiglio dei ministri dell’Ambiente dei Paesi Ue, dopo una lunga trattativa, ha trovato l’accordo sul maxi provvedimento sul clima. Entro il 2035 addio alla vendita di auto a benzina e diesel.

Lo scorso giugno il consiglio dei ministri dell’Ambiente dei Paesi Ue, dopo una lunga trattativa, ha trovato l’accordo sul maxi provvedimento sul clima. Il quale prevede, tra gli altri provvedimenti, la riduzione delle emissioni di Co2 del 100% entro il 2035 per quanto riguarda i nuovi veicoli da immettere nel mercato dell’automotive. Questo, in poche parole significa che a partire dal 2035 non sarà più possibile vendere nuove auto a diesel e benzina nei paesi dell’Unione Europea. 

Il provvedimento nel dettaglio

In sostanza il Consiglio ha avallato importanti proposte legislative contenute nel pacchetto Fit for 55″. Presentato dalla Commissione europea il 14 luglio 2021, il pacchetto consentirà all’Ue di ridurre le proprie emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e di raggiungere la neutralità climatica nel 2050.

Nello specifico gli Stati membri “hanno adottato una posizione comune” sul sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (EU ETS); la condivisione degli sforzi tra gli Stati membri nei settori non ETS (ESR), le emissioni e gli assorbimenti derivanti dall’uso del suolo; il cambiamento dell’uso del suolo e la silvicoltura (LULUCF); la  creazione di un fondo per il clima sociale (SCF) e, appunto,  nuovi standard di prestazione delle emissioni di Co2 per auto e furgoni. Una convergenza su quest’ultimo punto che non era scontata. 

Il Consiglio, in particolare, ha convenuto di aumentare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2 delle auto nuove e dei nuovi furgoni entro il 2030 portandoli al 55% per le auto e al 50% per i furgoni. Inoltre ha introdotto l’obiettivo di riduzione delle emissioni di Co2 del 100% entro il 2035 per le auto e i furgoni nuovi. “La relativa revisione dell’implementazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi (AFIR) garantirà la possibilità ai conducenti di ricaricare i propri veicoli negli Stati membri”, si spiega nel comunicato. Nel 2026 la Commissione valuterà i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni del 100% e la necessità di riesaminare
tali obiettivi “tenendo conto degli sviluppi tecnologici, anche per quanto riguarda le tecnologie ibride plug-in e l’importanza di una transizione praticabile e socialmente equa verso emissioni zero”.Il Consiglio ha poi trovato l’intesa nel porre fine al meccanismo di incentivi normativi per i veicoli a zero e basse emissioni (ZLEV) a partire dal 2030. Ora che il Consiglio ha concordato le sue posizioni sulle proposte, possono iniziare i negoziati con il Parlamento europeo per raggiungere un accordo sui testi legislativi definitivi.

L’approvazione del parlamento europeo

Lo scorso 8 giugno la plenaria del Parlamento europeo ha approvato a Strasburgo la proposta della Commissione europea di rendere obbligatoria entro il 2035 l’immissione sul mercato Ue di auto e furgoni nuovi a zero emissioni, che decreta sostanzialmente la fine dei veicoli a combustione interna. L’emendamento sostenuto dal Ppe, che prevedeva una riduzione delle emissioni di CO2 del 90% invece che del 100%, non era stato approvato. L’ok dell’emiciclo alla posizione negoziale degli eurodeputati sugli standard di emissioni di CO2 era arrivato con 339 voti a favore, 249 contro e 24 astenuti. 

L’Italia e altri 4 paesi hanno chiesto di posticipare il provvedimento

Italia, Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia hanno presentato un documento, lo scorso 23 giugno, che propone di posticipare l’eliminazione dei motori a combustione dal 2035 al 2040 e di ridurre le emissioni di CO2 del 90% (anziché del 100% come proposto da Commissione europea ed Europarlamento) nel 2035.   

Il documento è stato fatto circolare proprio in vista della riunione del Consiglio ambiente Ue che si è tenuto ieri. A quanto si è appreso, l’Italia si è associata all’iniziativa con l’obiettivo specifico di ottenere modifiche al testo sotto esame sui veicoli commerciali, i biocarburanti e le produzioni di nicchia.