Testa ha deciso di riciclare le proprie batterie esauste

Una notizia che indica bene la strada che i grandi marchi intendono perseguire riguardo al tema del riciclo: Tesla gestirà autonomamente il recupero delle batterie esauste.

L’annuncio era nell’aria, proprio perché da tempo giravano voci sui lavori in atto nella Gigafactory di Tesla in Nevada: il primo grande impianto della casa produttrice è stato infatti dotato di un’area interamente adibita al riciclo diretto delle batterie esauste.

Una notizia importante, perché mostra bene quanto i grandi marchi intendano intraprendere strade e soluzioni importanti per risolvere uno dei problemi che al momento riguardano la produzione di auto elettriche—nonché uno di quelli che creano maggiori dubbi sull’effettiva svolta ecologica delle auto elettriche—ovvero lo smaltimento delle batterie.

Rapporto di sostenibilità 2020: tutte le informazioni sulla svolta ecologica

Le informazioni in merito a questa svolta sono state illustrate da Tesla all’interno del rapporto di sostenibilità 2020.

“Nel quarto trimestre del 2020,” si legge all’interno del dossier, “Tesla ha installato con successo la prima fase del nostro impianto di riciclaggio delle celle presso la Gigafactory Nevada per l’elaborazione interna sia degli scarti di produzione delle batterie che delle batterie a fine vita. Sebbene Tesla abbia lavorato per anni con riciclatori di batterie di terze parti per garantire che le nostre batterie non finissero in una discarica, comprendiamo l’importanza di costruire anche una capacità di riciclaggio internamente per integrare queste relazioni. Il riciclaggio in loco ci avvicina di un passo alla chiusura del ciclo sulla generazione dei materiali, consentendo il trasferimento delle materie prime direttamente ai nostri fornitori di nichel e cobalto.”

Il documento inoltre chiarisce i dati di ottimizzazione di tutto il processo. L’impianto, a partire da una ipotetica quantità di celle per una capacità di 1000 kWh, riesce a ricavare materie prime sufficienti per la produzione pari a 921 kWh,  ovvero un tasso di riciclo netto del 92%.

Grazie a questo Tecla quest’anno ha già recuperato 1300 tonnellate di nichel, 400 tonnellate di rame e 80 tonnellate di cobalto. L’azienda inoltre ha dichiarato che intende estendere il piano di riciclo anche ad altri due stabilimenti, ovvero quelli di GigaBerlin e GigaAustin.

“In qualità di produttori del nostro programma di celle interno, siamo nella posizione migliore per riciclare i nostri prodotti in modo efficiente per massimizzare il recupero del materiale chiave della batteria. Con l’implementazione della produzione interna di celle presso Gigafactory Berlin-Brandenburg e Gigafactory Texas, prevediamo aumenti sostanziali degli scarti di produzione a livello globale. Intendiamo personalizzare le soluzioni di riciclaggio per ogni luogo e quindi reintrodurre materiali di valore nel nostro processo di produzione. Il nostro obiettivo è sviluppare un processo di riciclaggio sicuro con alti tassi di recupero, bassi costi e basso impatto ambientale. Da un punto di vista economico, prevediamo di riconoscere risparmi significativi a lungo termine poiché i costi associati al recupero e al riciclaggio dei materiali delle batterie su larga scala saranno di gran lunga inferiori rispetto all’acquisto di materie prime aggiuntive per la produzione di celle.”

L’importanza del processo interno

Le batterie difficilmente si esauriscono in senso definitivo, ma perdono gradualmente la loro funzionalità. Quando il depotenziamento avanza troppo le celle al litio non sono più considerate in grado di alimentare l’auto, quindi vengono riutilizzate per l’accumulo energetico domestico.

Ma anche nel caso in cui si esauriscano davvero, magari in seguito a guasti più pesanti, è comunque possibile riciclarle, recuperando materiali importanti.

Fino al 2020 Tesla aveva già un programma di riciclo delle batterie, ma si serviva di agenzie esterne per questo compito: a partire dall’anno scorso, però, l’azienda ha decido di creare in Nevada, nella sua prima e famosa Gigafactory, un nuovo settore per lo il recupero delle batterie.

In questo modo quindi Tesla è diventata la fornitrice di se stessa, diminuendo consistentemente sia i costi delle operazioni che l’impatto ambientale.